Il Faro di Punta Carena di Anacapri (provincia di Napoli) deve il suo nome allo scoglio sul quale poggia che ricorda la carena di una imbarcazione rovesciata. Le coordinate geografiche sono: latitudine nord 40° 32’8” longitudine 11°51’37”. L’apparecchiatura originaria era lenticolare a splendori di 2’ in 2’ con luce fissa nelle falde ottiche superiori ed inferiori, portata media della luce 20 miglia marine, altezza sul livello del mare al piede dell’edificio 44,00 mt, altezza del piano focale 72,50mt. La torre faro è a base ottagonale sopra edificio rettangolare con terrazzo piano. Nella leggenda tecnica era definito come un faro di scoperta che serve ad indicare l’entrata nel Golfo di Napoli ed a regolare la rotta dei bastimenti che navigano verso la costa dell Calabria.
Il faro di Anacapri è uno dei piu’ antichi della penisola e anche la sua dotazione tecnica aggiornata negli anni lo ha reso uno dei più all’avanguardia della sua categoria. Il fabbricato del faro fu costruito dal Regio Genio Civile su progetto degli ingegneri del Regno Borbonico delle Due Sicilie. La costruzione è iniziata nel 1862 e terminò con l’accensione del faro nel 1 dicembre 1867. Il fabbricato e la torre sono costruiti in tufo grigio di Sorrento, la parte basamentale del fabbricato, il camminamento della lanterna e la scala a chiocciola interna sono in pietra lavica vesuviana a massello. Per il restauro del faro sono state effettuate diverse indagini storiche dalle quali si è persino risaliti al costo di costruzione ed impianto che e’ ammontato a 116.089,37 lire.
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Breve storia del progetto
I lavori di restauro dei prospetti esterni sono stati realizzati anche grazie alla sensibilità e al valore della conservazione del patrimonio storico artistico continuamente profuso dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali di Napoli, in special modo al funzionario responsabile di zona, l’architetto Claudio Procaccini, che con una instancabile forza d’animo ed una grande competenza tecnico storico artistica ha continuamente monitorato il cantiere fin dalle sue fasi progettuali. La sezione staccata del Genio Militare, dopo un inizio di progetto mirato essenzialmente alla funzionalità tecnica del sito, durante il corso dei lavori si è impegnata alla realizzazione dell’intervento di restauro sotto i dettami della soprintendenza.
In ultimo, per mero ordine cronologico ma non di importanza, è subentrato il S.I.I.T. Campania, dal 2006 nuova amministrazione competente per la manutenzione straordinaria dell’edificio, per completare il progetto di restauro avviato dalla marina militare: rifazione della pavimentazione e delle opere di impermeabilizzazione del terrazzo di copertura del fabbricato, realizzazione delle cornici e specchiature in stucco sul parapetto del terrazzo, restauro del portoncino di ingresso e fornitura delle lanterne esterne.
Le foto del restauro su Flickr
Le fasi dei lavori
- Rimozione del rivestimento in klinker esistente con relative fasce in marmo travertino, previa rimozione dell’impiantistica a vista lungo tutte le facciate;
- Spicconatura degli intonaci cementizi di supporto con rimozione delle numerose parti in ferro che, con l’ossidazione ed il relativo aumento di volume, hanno creato diverse problematiche sia al supporto tufaceo che al rivestimento;
- Al di sotto degli intonaci sono state rinvenute le tracce dell’originario intonaco bugnato che sono servite come guida alla realizzazione delle nuove bugne;
- Rifacimento degli intonaci deumidificanti macroporosi con malte base calce, previa pulizia accurata del supporto murario con idrosabbiatura a pressione controllata, successivi strati di malta a reazione pozzolanica e riconfigurazione delle specchiature, cornici, lesene, cornicioni nelle configurazioni originarie;
- Nuovi infissi con persiane alla napoletana in legno mogano meranti trattati e smaltati a pennello. Tutta la ferramenta di apertura e regolazione è stata realizzata in acciaio inox;
- I nuovi davanzali, le copertine, i correnti, le integrazioni alla zoccolatura al piede del fabbricato sono stati realizzati in pietra lavica vesuviana a massello nelle cromie di quella integrata;
- Pulizia, trattamento, recupero e protezione del basamento in massello in pietra lavica della torre faro (base lanterna) eseguita con chiodature microcarotate ad acqua, inserimento di barre in vtr e fissaggio con resine epossidiche;
- Recupero della ringhiera originaria, previo smontaggio, integrazione delle parti mancanti, ricostruzione dei montanti e degli elementi di fissaggio in acciaio inox e resine epossidiche;
- Recupero e restauro del portoncino originario con la sostituzione delle parti mancanti, recupero della ferramenta originaria, rimozione della finitura a smalto e trattamento consolidante e protettivo atto a lasciare a vista l’essenza originaria di castagno;
- Sostituzione delle pluviali in pvc con nuove in rame;
- Finitura dei prospetti esterni con tonachino ai silicati in colore da tintometro previo prelievo di più campionature originarie ancora esistenti;
- Rifazione dell’impermeabilizzazione e della relativa pavimentazione del terrazzo di copertura;
il progetto per essere definitivamente completato aspetta una ultima fase di finanziamento per la sistemazione dell’area esterna con il recupero e l’integrazione della pavimentazione in pietra lavica, il recupero del muretto perimetrale, l’eliminazione delle apparecchiature impiantistiche invadenti ed il completamento del restauro del fabbricatino prospiciente il faro ed una illuminazione artistica dei camminamenti.
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Categoria: Restauri